Credits
Inchiesta

Luca Scarcella

Ciao!
Grazie per aver letto questo webdocumentary!


Presto aggiungerò altre informazioni qui!

Press Inquiry

Web & Design

Sergio Sofia

‘U carusu d’ù web! ‘Un c’è paisi chi lu teni,
si fici Palermo, Torino e Londra e fìniu puru ad Alba!

Sergio ri nomu e nerd ri fattu!
Iddu bazzica cu’ li tasti d’ù computer, ‘nsumma cu’ lu codice s’arricrìa!

Fotografie

Omar Tomaino

Fotografo e videomaker, prima per passione e poi per professione.
In ogni lavoro che realizza, il suo principale obiettivo è raccontare attraverso le immagini la storia migliore,
quella che coinvolge e persiste nel tempo.

Luca

Luca Luca
Sotto la maschera

Nella sua vita aveva spinto fino alle estreme conseguenze moltissime cose. Aveva trascinato litigi che si sarebbero potuti risolvere con semplici parole di scusa, o con una telefonata e nulla più. Prima con suo fratello gemello, poi con i suoi colleghi musicisti. Sì perché Luca è un jazzista, «e quando sei un jazzista non smetti mai di esserlo, anche se non suoni più», dice orgoglioso.

Un carattere difficile, il gioco d’azzardo. Una spirale di negatività dove è difficile trovare un’uscita di emergenza, anche se sei pratico di scale modali, come Luca. «Amo Chet Baker e Miles Davis - si illuminano gli occhi - fin da quando ero piccolo il canto della tromba che saltava spericolata nelle sessioni jazz mi eccitava. Ho iniziato a suonare a 7 anni, e non ho più smesso, fino a quando le mie mani hanno iniziato a fare male, e non ho più avuto molto fiato».

«Mi hanno regalato un walkman, con musicassette di Davis e Baker... quando le ascolto mi immagino a New York, a suonare la mia tromba»

Luca*

Era un musicista intransigente, meticoloso, preciso. Ma nel quotidiano si trasformava: un uomo fragile, pieno di rabbia, un sentimento livoroso che l’accompagnava fin dall’infanzia. Aveva debellato i difetti più semplici, ritrovandosi però sconfitto dal gioco, dove sprecava ogni centesimo guadagnato, con merito, nei jazz club.

Deturpava il suo amore più grande, e non se n’è reso mai conto, fino a quando è stato costretto a vendere la sua tromba per ripagare un debito. Non riusciva più comunque a suonare: lo stress della dipendenza dal gioco gli aveva consumato i nervi e spezzato il fiato.

Ora, a fatica, sta recuperando energie. Spera di poter comprare un tromba, un giorno.

Scopri gli altri supereroi

* Ogni storia è frutto della commistione di diversi racconti che abbiamo ascoltato durante l’inchiesta, al fine di preservare la privacy di chi ha deciso di offrire anche rughe, occhi e sorrisi, che già hanno molto da dire.