Da oltre 10 anni...
... i servizi sociali del Comune di Torino, insieme alle ASL cittadine, le cooperative sociali e le associazioni di volontariato (come la Croce Rossa Italiana, il Sermig, il Cottolengo, il Gruppo Abele e altre, illustrate nella sezione Lavoro di Squadra) hanno avviato una collaborazione per la gestione di servizi rivolti ai senzatetto in stato di grave emarginazione.
Il Servizio Adulti in Difficoltà ha definito tre tipologie di persone senza fissa dimora, che evidenziano tratti e problematiche comuni:
- gli acuti, portati ai confini della società da eventi traumatici;
- i roofless, che vivono per strada e rifiutano l’accesso ai servizi di accoglienza temporanea;
- i clinici, come ad esempio alcolisti, pazienti con disagio psichico o malattie invalidanti, e disabili.
Uno scatto della nostra visita alla casa di ospitalità femminile di via Ghedini 6, durante un laboratorio del progetto “Costruire Bellezza”, illustrato nella sezione:
Lavoro di SquadraLa collaborazione tre le ASL e il Comune ha creato tre progetti:
- Torino, da città a comunità;
- S.i.s.t.ema, ossia il Sistema integrato di Servizi per la lotta alle Tossicodipendenze e all’emarginazione;
- Limen, Potenziamento e riqualificazione Socio Sanitaria dei Servizi di Prima Accoglienza per persone Senza Fissa Dimora.
La città di Torino, dunque, offre tutto l’anno, e non solo nei periodi di emergenza freddo, una rete articolata di servizi volti sia al soddisfacimento dei bisogni primari, relazionali, e all’esercizio dei diritti di cittadinanza, sia a garantire l’orientamento e l’accompagnamento delle persone a rischio di grave marginalità, o già emarginate, verso la massima autonomia.
Torino, inoltre, aderisce dal 2014 al progetto Housing First Italia, che ha adattato al contesto italiano i modelli di intervento sociale già affermati in altre parti del mondo, specialmente negli Stati Uniti. L’approccio cambia, e se fino a oggi accoglienza e accompagnamento delle persone senza dimora procedevano lungo una scala a gradini progressivi - dal marciapiede al dormitorio, poi le comunità, i "gruppi appartamento", le varie forme di convivenza, e infine un alloggio proprio), ora si pone l’autodeterminazione dell’utente al centro dell’intervento, prevedendo il passaggio diretto dalla strada all’appartamento, sostenendo le persone per garantire la loro permanenza con il massimo grado di autonomia.
Le esperienze internazionali hanno evidenziato come il nuovo approccio sia efficace, con la soddisfazione dei cittadini coinvolti, e con una riduzione dei costi per la Pubblica Amministrazione.
Umberto Moreggia, dirigente del Servizio Adulti in Diicoltà, e Sergio Baudino, funzionario del medesimo Ufficio, ci spiegano il «Modello Torino».
«Quello che proviamo a fare, con i servizi che mettiamo a disposizione, è offrire percorsi di reinserimento nella società - spiega Umberto Moreggia -. Quindi tirocinii, laboratori, percorsi per aiutare i senza fissa dimora a riprendere confidenza con i ritmi di vita e del lavoro. Poi, inevitabilmente, ci scontriamo con due problemi: da un lato c’è l’enorme difficoltà nel far abbandonare lo stato di senzatetto a una persona, la quale si abitua a esserlo; dall’altro, con la situazione economica attuale, poiché manca il lavoro da poter offrire».
Sonia Schellino, vicesindaca del Comune di Torino, ci racconta come sia fondamentale la cooperazione sul territorio tra soggetti pubblici e privati.
L’attenzione del Comune nel calibrare le modalità di accoglienza dei senza fissa dimora, sulla base delle loro caratteristiche e bisogni, è massima. Infatti, sono previsti rafforzamenti di diversi servizi, come l’ambulatorio socio sanitario «Roberto Gamba» di via Sacchi 49, situato in una zona strategica rispetto ai nuovi arrivi in città e alle persone senza dimora in strada.
«Costruiamo un ponte tra gli utenti e le istituzioni. Un lavoro di ricucitura, il nostro: è un po’ come occuparsi della sanità mentale della città».
Opera quindi una squadra formata da due medici, Luciano Barbero, psichiatra, e Antonio Pistonina, medico delle dipendenze, e da operatori sociali del Servizio Adulti in difficoltà del Comune di Torino, tra cui Michela Cimolin, e la referente del progetto Daniela Raso.
Nei video che seguono, da sinistra a destra: Luciano Barbero, Michela Cimolin, Daniela Raso e Antonio Pistonina.