Lì seduta in via Roma, ricorda la descrizione della nonna del protagonista de «Il tamburo di latta», romanzo di Günter Grass, la quale in gioventù abbrustoliva le patate dolci, seduta con le sue gonne ampie, una sopra l'altra, di fronte al fuoco. Raccoglieva le patate del campo e si sistemava sulla sedia con un bastone, girando di tanto in tanto quelle che metteva a scaldare. Mangiava, accolta dalle sue gonne ampie, scrutando l'orizzonte.
Quando un giorno un piccolo fuggiasco inseguito da dei gendarmi apparve in lontananza. Il fuggiasco trovò riparo sotto le sue gonne. La nonna lo fece entrare alzando leggermente le pesanti vesti, e lo salvò. Quello, che poi divenne il nonno del protagonista, si innamorò a tal punto di quelle gonne che non le lasciò più. Una storia d’amore nel racconto di Grass, ma non per Isabela, che dopo anni di violenze riuscì finalmente a scappare, e a lasciare indietro il fuggiasco.
Andarsene significava perdere qualunque bene materiale, trovandosi spoglia di ogni cosa, ma di nuovo con la libertà addosso. In Italia aveva sempre sognato di venirci. Sperava per una vacanza, e non per trasformare un angolo di strada in letto, nelle notti meno fortunate.
«Non posso essere felice della mia vita ora. Ma sono libera, e non lo ero mai stata. Qualunque cosa oggi è migliore del mio passato. Vivo, quindi non me ne lamento»
Con sé ha un cane di piccola taglia, uno zaino e delle coperte. «Il freddo sta per arrivare, ma non ne ho timore - racconta - ho dormito spesso al freddo fin da piccola. A casa con i miei genitori, ricordo, i termosifoni non c’erano, e come coperte usavamo tenere insieme le penne dei polli d’allevamento. Sono abituata, e oramai non ho paura più di nulla».
Scopri gli altri supereroi
* Ogni storia è frutto della commistione di diversi racconti che abbiamo ascoltato durante l’inchiesta, al fine di preservare la privacy di chi ha deciso di offrire anche rughe, occhi e sorrisi, che già hanno molto da dire.